Oli essenziali

Cosa sono

Sono il distillato dell’essenza vitale di una pianta, in forma di liquidi oleosi più o meno resinosi e volatili che si estraggono da un tessuto vegetale specifico come bocce, corteccia, resina, foglie, rami, fiori, radici. Gli oleoliti invece si ottengo mettendo in infusione una pianta in un olio base, ad esempio fiori di iperico dentro l’olio d’oliva, in questo caso le proprietà dei fiori passano all’olio. La differenza tra i due è di concentrazione di sostanze, di irritabilità cutanea o delle mucose (spesso gli oli essenziali vanno diluiti in olio vettore), il contenuto biochimico.

Gli oli essenziali sono una sorta di carta d’identità della pianta, contengo la sua essenza, quindi la sua personalità, la capacità di sopravvivere, la forza vitale e la modalità riproduttiva. Attraverso le sostanze e le informazione contenute nell’olio essenziale, le piante attraggono o respingono insetti, ovvero si riproducono e si proteggono. A livello simbolico si esprimono nel mondo in modo singolare con un carattere unico, tanto che la stessa specie darà un olio essenziale diverso a seconda del luogo in cui vive e del clima annuale. Il regno vegetale è stato capace di ricolonizzare zone radioattive e di crescere in situazioni estreme per latitudine e temperature. Le piante si adattano in modo ammirevole per sopravvivere e riuscire a fiorire, un inestimabile modello a cui ispirarsi per apprendere come dare spazio a noi stessi nelle circostanze, a volte difficile, che il mondo ci pone.

A livello chimico contengono la forza vitale, riproduttiva, comunicativa e immunitaria. Sono riconosciute moltissime proprietà tra cui quelle antivirali, antimicotiche, antinfettive, antisettiche, rilassanti e stimolanti che sono oggetto di continuo studio dell’aromaterapia. Si osserva che agiscono contemporaneamente, a livello fisico e sottile, sul sistema nervoso (es. neroli, limone, arancio), sul sistema endocrino (es. timo), su quello immunitario (es.pompelmo, tea tree) e sulla sfera emozionale (es. rosa, geranio, vaniglia) ed affettiva. Sono molto usati nelle preparazioni segrete, tramandate per discendenza, di molte pratiche spirituali e rituali (es. boswellia, gelsomino) da tempi antichissimi, per favorire la relazione con il divino grazie agli stati indotti dal loro profumo celestiale.

 

 

Origini e storia

I reperti più antichi racontano di un alambicco trovato in Asia datato intorno al 5000 a.C., testimone dell’esigenza di estrarre gli oli essenziali per cure mediche e di bellezza. La tradizione mediorientale è ricca di letteratura in materia, come è noto il bagno di Cleopatra composto da oli essenziali, aloe e latte d’asina, così come l’uso in Egitto degli oli essenziali per imbalsamare e consacrare i defunti. Il primo, a quanto è giunto a noi, capace d’estrarre un olio essenziale fù Ibn Sīnā, noto in occidente come Avicenna, un medico, filosofo, matematico, logico e fisico persiano, vissuto a cavallo del 1000 d.C., che estrasse l’ole essenziale di rosa. Questo fiore allora come oggi fa parte della tradizione mistica e della cura dell’anima, un profumo che rappresenta l’amore puro ed incondizionato verso il divino. In Europa uno degli attuali centri di riferimento per lo studio degli oli essenziali si trova a Grasse, nel sud della Francia, è uno dei paesi con una delle più rinomate culture sul profumo.

 

Come si produce un olio essenziale

Si può produrre da diverse parti della pianta come radici (es. zenzero), corteccia (es. cannella), buccia (es. limone), rami (es. cipresso), fiori (es. gelsomino), foglie (es. alloro), semi (es. carota), resina (es. incenso). In alcuni casi dalle stessa pianta hanno origine più olio essenziali a seconda della parte estratta come  dal citrus aurantium var. amara si estrae arancio amaro dalla buccia, petit-grain da rami/foglie e neroli dai fiori.

Di seguito alcune delle modalità di estrazione, tenendo conto che sia in ambito di salute che di profumeria vengono studiati sempre nuovi metodi per ricavare maggior prodotto e mantenere integre le proprietà.

  • distillazione a correte di vapore in cui la parte della pianta scelta viene posta sopra una retina con sotto un alambicco scaldato dal fuoco. Il vapore, raccolto da una serpentina, contiene gli oli e acqua profumata che si riversano in un contenitore che li raccoglie entrambi. Il liquido prodotto dall’estrazione dovrà maturare e separarsi in olio essenziale, la sostanza più leggera, ed acqua aromatica, quella più pesante. Le acque aromatiche sono conosciute anche come idrolati e conservano parte delle proprietà degli oli essenziali.
  • spremitura o pressione a freddo, solitamente impiegata per gli agrumi dove la buccia viene macinata e pressata per far fuoriuscire l’olio essenziale. Capita ad esempio quando si spreme un agrume o si taglia che lasci un po’ di olio sulle mani, per questo si usa metterli sul camino o sul termosifone di casa.
  • enfleurage è una pratica riservata ad oli molto volatiti e di difficile estrazione, come il gelsomino o la viola, i petali vengono stesi su una materia grassa, spesso di origine animale, che raccoglie il profumo. Successivamente il grasso viene sciolto in alcool per separare l’olio essenziale dal grasso.
  • estrazione a solvente fatta con esano o etere, dei solventi che si presentano in forma liquida a temperatura ambiente e in cui la pianta può disperdere gli oli essenziali. Il solvente evapora lasciando un fondo denso ed oleoso, detto “concreta”. Questa sostanza viene sciolta in alcool, che una volta evaporato, origina la famosa “assoluta“. E’ molto apprezzato in profumeria per l’alta qualità olfattiva e meno in aromaterapia per i residui chimici.
  • estrazione con anidride carbonica si impiega per materiale molto pregiato come la vaniglia. L’anidride carbonica, portata alla pressione di 22 atmosfera, diventa liquida e permette la separazione dell’olio dalla pianta. Una volta estratto l’olio, l’anidride carbonica viene depressurizzata e fatta uscire dal contenitore in forma di gas mentre sul fondo si deposita l’olio essenziale.

Come si usano

  • inalazioni (suffumigi semplici, diffusore a caldo o a freddo)
  • bagni locali esterni
  • bagno completo (con emulsionatore es. latte in polvere)
  • pediluvi o maniluvi
  • massaggio (muscoli, ossa, estetico, pelle ) in olio vettore funzionale
  • uso interno, previo consulto medico
  • come profumi
  • in creme, lozioni ed oli per viso e corpo

E’ importante conoscere bene gli oli essenziali sia per tipologia che dosaggio, o farsi seguire da un professionista specializzato poiché possono essere molto irritanti fino a causare ulcere e lesioni della cute simili a scottature. Scegli con cura e ben diluiti sono un eccellente strumento di cura di sè, nel mio kit da viaggio porto sempre un paio di oli, a seconda della stagione e del mio momento interiore.

n.b. li rimedi naturali non devono essere utilizzate come sostituti del trattamento medico, di farmaci o psicologico